Un marchio italiano dal futuro raggiante che genererà introiti complessivi per 3,7 miliardi di euro per il Gruppo italo-americano.
Per la quotazione del Cavallino alla Borsa di New York, prevista mercoledì 21 ottobre, ormai i giochi sono praticamente fatti e mancano poche ore alla chiusura del book di prenotazioni per la Rossa.
Secondo gli analisti, e non solo, il Cavallino Rampante avrà un futuro raggiante a Wall Street e, al momento dello scorporo con Fca, genererà introiti complessivi per 3,7 miliardi di euro per il Gruppo italo-americano.
In queste ore l’amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne è tornato a promuovere l’evento del collocamento del 10% di Ferrari alla Borsa statunitense.
“È un grande marchio”, ha detto sottolineando di aver scelto personalmente il simbolo ‘RACÈ (Gara) per la Ferrari a Wall Street. Inizialmente – ha svelato durante un gala a Washington – la scelta era caduta su “Red”, ma “non era disponibile”, ha spiegato Marchionne rassicurando sul fatto che il simbolo sarà compreso da investitori e analisti:
La domanda per le azioni Ferrari è stata da subito molto forte superando ben presto la quota di 18,8 milioni messa in offerta; ora si inizia a scommettere sul possibile rilancio del prezzo.
L’offerta pubblica iniziale vede Ubs nel ruolo di global coordinator e di joint bookrunner insieme a Bank of America Merrill Lynch e Santander Investment Securities. Fonti bancarie vicine al collocamento, sentite dall’agenzia Reuters, riferiscono che “gli incontri con gli investitori sono andati molto bene e c’è una forte richiesta per il titolo. Con una domanda ingente e un’offerta piuttosto limitata, è prevedibile che le azioni andranno esaurite in un baleno.” La quotazione di Ferrari è, invece, da inquadrare nella strategia di Fca, che al momento controlla il 90% del Cavallino, che punta a dismettere l’intera partecipazione a favore degli azionisti, come si evince dal prospetto dell’Ipo.
L’annuncio ufficiale dell’effettivo prezzo di collocamento verrà dato nella serata di martedì 20 ottobre e in molti si attendono una correzione al rialzo rispetto all’attuale forchetta compresa tra 48 e 52 dollari con un ritocco che potrebbe raggiungere anche il 20%. Se così fosse l’Ipo del 10% di Ferrari riuscirebbe a superare la soglia di 1,1 miliardi. Un incasso che aiuterebbe FCA a ridurre l’indebitamento e soprattutto a finanziare il piano di investimenti.
Il 21 ottobre sarà anche la prima delle due giornate del voto dei lavoratori americani di Fca sul nuovo accordo raggiunto con il sindacato americano United Auto Workers (Uaw). Una prima intesa era stata già bocciata dai lavoratori e ora Marchionne appare cauto: “l’ultima volta non è andata come doveva andare, adesso aspettiamo il 21”, spiega sottolineando che lo UAW “sta facendo il necessario per spiegare il contenuto del contratto, che per me è andato anche oltre”.
Secondo le analisi di mercato, una volta che Fca e Ferrari si divideranno gli introiti complessivi arriveranno a 3,7 miliardi di euro per Fca. Ferrari ha chiuso il 2014 con un utile di 265 milioni un giro d’affari di 2,76 miliardi di euro, a fronte di 7.255 vetture consegnate lo scorso anno.